Riforma delle pensioni, soluzione pronta a 64 anni con l’opzione contributiva?

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Riforma delle pensioni, soluzione pronta a 64 anni con l’opzione contributiva?
pensione anticipata a 64 anni

Ogni lavoratore in base alle sue condizioni di età e contribuzione, ha la sua personale soluzione per la riforma del sistema. C’è chi ha una carriera lunga e duratura, iniziata in giovane età che pretende una pensione senza limiti di età una volta raggiunto il limite dei contributi, naturalmente più corto di 42 anni e 10 mesi della attuale pensione anticipata ordinaria. C’è chi invece non ha avuto la fortuna di poter maturare carriere lunghe, trovandosi a mala pena a 20 anni di contributi. Da parte di questi soggetti la richiesta è di una pensione anticipata si, ma già con una carriera corta. Il governo per varare la riforma, deve prestare attenzione ai conti pubblici. Mandare in pensione prima i lavoratori significa per forza aumentare la spesa. Ed ecco che si pensa a tagli di assegno, a calcoli contributivi e a soluzioni low cost nell’immediato, e potenzialmente a recupero nel futuro. Ecco perché partendo dal sistema contributivo, iniziando dalla riforma Dini e finendo con la famosa opzione Dini, magari la soluzione adatta sarebbe già in mano al governo, solo che non lo sa.

Perché alla lunga il sistema contributivo favorisce anche le casse dell’INPS

Opzione donna è una misura che è un tipico esempio di strumento di pensionamento anticipato, ma a rischio contenuto da parte dello Stato. Ciò che diciamo però sta via via perdendo importanza perché le carriere delle donne sono più vicine come data di partenza, al 1996 rispetto al passato. Resta il fatto che opzione donna, che consente uscite anticipate di molto (almeno fino allo scorso anno), e già a 58 anni, è penalizzante come assegno di pensione. Taglio pesante di pensione quindi per le lavoratrici. Ma si tratta pur sempre di una uscita che all’INPS costa molto nell’immediato. Il taglio è tanto più alto quanto più contributi ha la lavoratrice nel sistema retributivo (prima del 1996). Che significa questo? che un taglio che può arrivare al 35%, alla lunga porta lo Stato e quindi l’INPS a recuperare parte della perdita. Ormai però le lavoratrici che possono vantare carriere antecedenti il 1996 più lunghe di 18 anni sono poche. Sono queste le lavoratrici che verrebbero penalizzate. Per questo ormai anche il governo, di qualsiasi colore è, tende a considerare opzione donna non più una misura da confermare in toto.

Opzione Dini anche per la pensione anticipata contributiva con la riforma?

Ed è in questo scenario che potrebbe incastonarsi la soluzione che ci sentiamo di caldeggiare, anche se va fatto il medesimo discorso fatto per opzione donna. In pratica, la pensione anticipata contributiva oggi è concessa solo a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996. Significa che chi ha iniziato a lavorare prima non può godere di una pensione che consente l’uscita a 64 anni di età, con 20 anni di contributi e una pensione pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Basta anche un solo anno di contribuzione per perdere questo diritto. Se si concedesse la possibilità a chiunque di optare per il contributivo, per poter anticipare a 64 anni la propria pensione, equiparandosi a chi contributivo puro lo è di natura, potrebbe funzionare. Anche perché alla pari di opzione donna, il taglio di assegno per chi ha una carriera retributiva lunga sarebbe rilevante. E rispetto a opzione donna, l’età di uscita a 64 anni non risulterebbe quell’autentico salasso che opzione donna a 58 anni può essere considerata.

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