Riforma pensioni 2024 da 61 a 66 anni e da 30 a 35 di contributi

mazzarella
L'unica strada per superare la riforma Fornero è questa ed è facile da sfruttare

Vuoi vedere che nonostante le evidenti difficoltà a varare una riforma delle pensioni degna di questo nome, alla fine il 2024 sarà l’anno giusto? Con una misura presa dal passato ma utilizzata in maniera pura, cioè capace di rispondere all’esigenza di flessibilità del sistema pensionistico italiano. La misura è quota 96. E la flessibilità sarebbe garantita in questo modo. Ma vediamo se l’ipotesi di un ritorno al passato ma con una misura più vasta come portata sia quella giusta su cui partire.

La riforma delle pensioni 2024 da 61 a 66 anni e da 30 a 35 di contributi 

Prima della riforma Fornero il sistema aveva le pensioni di anzianità. Si tratta di quelle misure scollegate dai limiti anagrafici che proprio la riforma Fornero ha cancellato e sostituito con le pensioni anticipate. Una delle particolarità più importanti delle regole previdenziali precedenti la riforma Fornero era il fatto che le pensioni si anzianità avevano due distinti canali. Il primo era quello classico, cioè quello distaccato dai limiti anagrafici. Il secondo invece una misura a quota. Il tutto in alternativa alla pensione di vecchiaia. Oggi invece alternativa a questa misura restano solo le pensioni anticipate. Che proprio la Fornero introdusse al posto delle pensioni di anzianità.

Pensioni di anzianità e quota 96

Il passaggio dalle vecchie alle nuove misure introdotte dalla riforma Fornero fu davvero radicale. Infatti dalle pensioni di anzianità a quelle anticipate molto è cambiato a partire dal fatto che prima il tetto dei contributi utili a poter uscire senza badare alla requisito anagrafico era fissato a 40 anni di contributi versati. Con il tempo invece si è arrivati ai 42 anni e 10 mesi di oggi, cioè la soglia utile agli uomini per la pensione anticipata ordinaria. È evidente che siamo di fronte ad un netto peggioramento dei requisiti di accesso alla prestazione pensionistica. Quasi tre anni in più di contributi necessari tra chi si è pensionato nel 2011 con le pensioni di anzianità e chi è andato in pensione dopo con le pensioni anticipate. La misura però che potrebbe finire con l’essere utilizzata per una nuova riforma delle pensioni che finisca con il cancellare per sempre la riforma Fornero è la quota 96. Si tratta di quella alternativa alle pensioni di anzianità prima citate ed in vigore fino alla legge Fornero.

La riforma delle pensioni 2024 da 61 a 66 anni

Tornando al passato quindi è ripristinando le pensioni di anzianità con la quota 96, la riforma delle pensioni 2024 da 61 a 66 anni e da 30 a 35 di contributi sarebbe realtà. Una soluzione idonea davvero a dotare il sistema di quella flessibilità che oggi manca. Basterebbe infatti varare una quota 96 pura. Utile a consentire il pensionamento anche a chi non ha ancora raggiunto i 35 anni di contributi versati, ma che trova più vicino ai 67 anni. Le combinazioni possibili quindi sarebbero molteplici. In pensione ci andrebbero quanti completano 61 anni di età insieme ai 35 anni di contributi. Ma anche quanti arrivano a 62 anni di età ed hanno “solo” 34 anni di versamenti. E si proseguirebbe con le combinazioni 63+33, 64+32, 65+31 e 66+30. L’importante arrivare a quota 96.

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