Riforma pensioni con quota 102 e maggiorazione del 25%: a chi spetta?

Avatar photo
Se la riforma pensioni sarà fatta con la quota 102, sarà prevista anche una maggiorazione contributiva del 25%. Vediamo chi ne potrà beneficiare.
Pensione

Entro fine anno si dovrà procedere ad inserire una nuova misura che permetta flessibilità in uscita dopo la scadenza della quota 100, fissata al 31 dicembre 2021. Il governo per ora non da certezze al riguardo, dopo aver  affermato che ci sono altre priorità in questo momento come, ad esempio la riforma degli ammortizzatori sociali e il rilancio del mercato del lavoro in vista dello stop al blocco dei licenziamenti a partire dal 1 luglio 2021. La riforma pensioni, quindi, è rimandata ma non si sa di quanto.

Riforma pensioni con quota 102

Rimandata, sicuramente, ma c’è chi riflette su quelle che possono essere le misure che andranno a prendere il posto della quota 100. Al momento quella che riscuote un maggior numero di consensi è senza alcuna ombra di dubbio la quota 102, una misura che in meccanismi e requisiti la quota 100 la ricorda moltissimo.

Sarebbero richiesti sempre 38 anni di contributi ma con 64 anni di età. Inoltre si vocifera che con la quota 102 sarebbe permesso l’utilizzo di soli due anni di contribuzione figurativa derivante da disoccupazione indennizzata e malattia (la quota 100 ne permetteva di utilizzare 3).

Ma la quota 102 non è solo questo: sono previste delle agevolazioni per determinati categorie di lavoratori e anche una maggiorazione del 25%: vediamo a chi spettano.

Maggiorazione contributiva del 25%

Nonostante la quota 102 inasprirebbe le condizioni di accesso alla pensione anticipata, richiedendo 2 anni di età in più, si sta pensando di tutelare alcune categorie di lavoratori.

I lavoratori precoci, ovvero quei lavoratori che possono vantare almeno 12 mesi di contributi derivanti da lavoro effettivo prima del compimento dei 19 anni, potranno godere di un’agevolazione che permetterebbe la pensione prima: una maggiorazione contributiva del 25% per gli anni di contributi versati tra i 17 ed i 19 anni.

Ma non solo. Agevolazioni sono previste anche per le donne madri, che hanno dovuto, in alcuni casi, sacrificare la propria carriera per crescere i figli, e per i caregiver, ovvero coloro che si prendono cura di un familiare con grave invalidità.

Per le mamme lavoratrici è previsto uno sconto contributivo di 8 mesi per ogni figlio avuto fino ad un massimo di 24 mesi. Di fatto quindi le mamme potrebbero accedere alla pensione:

  • a 64 anni con 37 anni e 4 mesi di contributi se hanno avuto un figlio
  • a 64 anni con 36 anni e 8 mesi di contributi se hanno avuto due figli
  • a 64 anni con 36 anni di contributi se hanno avuto 3 o più figli.

Per i caregiver, invece, spetterà un anno di sconto contributivo ogni 5 anni che hanno trascorso a prendersi cura di un familiare con grave handicap.

Segui Pensioni&Fisco su Google News, selezionaci tra i preferiti cliccando in alto la stellina
Configura Cookie