Perché molte badanti si ammalano quando tornano in Patria, ecco la sindrome Italia

Mario nava
badante

Il lavoro della badante è di per se un lavoro faticoso e particolarmente logorante. Lo dimostra anche il più o meno recente inserimento dell’assistenza alle persone non autosufficienti tra i lavori gravosi utili alle pensioni anticipate con l’Ape sociale o la quota 41. Avere a che fare con soggetti non propriamente autosufficienti non è certo una cosa semplice, soprattutto perché l’assistenza a volte è continua ed incessante, anche di notte e in qualsiasi momento l’assistito ne abbia necessità.

Stress e logoramento evidenti a cui bisogna aggiungere il fatto che si tratta di lavoratori il più delle volte stranieri, che a casa loro hanno lasciato affetti e famiglie. Ed è così che da tempo si parla di “sindrome Italia”, una patologia che pare colpisca molte lavoratrici che una volta terminata la loro vita lavorativa ed una volta tornate in Patria, anche se pensionate, al posto del meritato riposo sono costrette a ricoveri e terapie di cura, spesso piuttosto costose.

La sindrome Italia cos’è?

Attacchi di panico, depressione, disturbi del sonno e stati d’ansia sono gli effetti più noti di questa patologia che ormai tutti chiamano “sindrome Italia”. Testimonianze che provengono dalla Romania, dalla Moldavia, dalla Polonia e da molti altri Paesi da cui comunemente le famiglie italiane attingono badanti, dimostrano che la patologia colpisce davvero molte lavoratrici.

Molte, dopo anni ed anni di lavoro come badanti, costrette a turni incessanti, a svegliarsi di notte perché l’anziano invalido ha bisogno di essere assistito, ad assecondare quelli che a tutti gli effetti possono essere considerati “capricci” dell’anziano, in evidente stato di invalidità mentale spesso dovuto all’avanzata età, al ritorno in Patria manifestano i sintomi della “sindrome Italia”. E così ci sono donne che si ricoverano perché colpite da attacchi di panico e stati d’ansia, che non riescono a dormire di notte perché abituate a dormire male e che hanno incubi dettati dal pesante lavoro svolto.

La pesantezza del lavoro anche fisica è un altro fattore che determina la patologia che spesso chiama le donne a chiedere sostegno psicologico presso strutture ad hoc che ormai in Romania per esempio, sono piuttosto diffuse. Donne lavoratrici, spesso di corporatura esile, costrette a spostare davvero fisicamente l’anziano allettato, molte volte più pesante della lavoratrice stessa è una cosa piuttosto comune. Una pesantezza del lavoro che purtroppo non è ripagata dal punto di vista remunerativo e nemmeno dal punto di vista della meritocrazia, come spesso i sindacati di categoria sottolineano.

La famiglia lontana un altro problema

Nessuno poi tiene in considerazione il fatto che la lavoratrice non viene in Italia per piacere di farlo, ma perché ne è costretta per lavorare. E a casa, nella loro Terra, lasciano figli, mariti, fidanzati, amori ed affetti. Un fattore di stress aggiuntivo, perché spesso si accudisce per lavoro un anziano, avendo un genitore della stessa età a casa, senza la possibilità di vederlo se non per quel periodo di ferie annuale a cui la badante ha diritto.

Non vedere crescere i propri figli, che sono a casa a migliaia di chilometri di distanza è una situazione che logora le lavoratrici piano piano, perché la sindrome Italia non compare certo all’improvviso, cioè al ritorno in Patria ma matura giorno per giorno fino ad esplodere nelle problematiche di cui abbiamo parlato in precedenza, una volta tornati a casa, con i figli che stentano pure a ritornare in simbiosi con la madre, da troppi anni assente e lontana.

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