Quota 41 per tutti ok, ma a che prezzo sulle pensioni? ecco i tagli

mazzarella
Si va verso una quota 41 contributiva, ecco come sarebbe e cosa perderebbe il pensionato.
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Alla fine il governo potrebbe decidere di varare una quota 41 per tutti come molti vorrebbero, ma delimitata da una netta penalizzazione di assegni. Penalizzazioni che alcuni siti, alcuni tecnici ed alcuni esperti sottolineano come possa arrivare anche a 300 euro al mese. Si partirebbe infatti da un ricalcolo contributivo della prestazione. Una soluzione dettata da due fattori principali e cioè dal risparmio in termini di spesa pubblica per le casse dello Stato e dal fatto che la misura deve essere dotata di penalizzazioni in modo tale da renderla flessibile.

Quota 41 tra risparmi di spesa pubblica e flessibilità

È evidente che una misura senza penalizzazioni perderebbe il principio della flessibilità diventando di fatto sostitutiva della pensione anticipata per tutti con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Se non ci fossero tagli allora sarebbe il caso di sostituire di fatto le pensioni anticipate ordinarie con la quota 41 per tutti.

Con una misura di questo genere, ciò che possono fare i precoci che sono anche caregivers, invalidi, disoccupati o nei lavori gravosi, potranno fare tutti i lavoratori. Almeno nell’ipotesi che la misura venga varata (entro fine legislatura, perché nel 2024 niente da fare sicuramente).

Quota 41 per tutti ok, ma a che prezzo sulle pensioni? ecco i tagli

riforma quota 41 per tutti

Imporre il ricalcolo contributivo alla pensione è una cosa che da anni è parte integrante di opzione donna. E se anche quota 41 verrà varata chiedendo questo “sacrificio” ai lavoratori, i tagli saranno addirittura teoricamente peggiori. Lasciare parte della pensione sull’altare della garanzia di andare prima a riposo è ciò che il governo pare intenzionato ad imporre ai lavoratori con la nuova misura. Chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 ha diritto ad un calcolo retributivo della pensione per gli anni fino al 1995 e contributivo dopo. Se invece al 31 dicembre 1995 ci sono già 18 anni di contributi, il calcolo retributivo si estende fino al 2012. E sono questi ultimi quelli che verrebbero penalizzati dal calcolo tutto contributivo della prestazione.

I tagli sulle pensioni oltre alla penalizzazione del sistema contributivo

Perdere parte della pensione con il calcolo contributivo non sarebbe l’unica penalità che subirebbero gli ipotetici beneficiari di quota 41 per tutti. Infatti già il semplice fatto che la carriera viene interrotta un anni e 10 mesi prima per gli uomini e 10 mesi prima per le donne, finisce con il provocare un danno visto che si tratta di meno contributi versati. E poi ci sarebbe da fare i conti con l’età di uscita. Uscire prima infatti è penalizzante per quanto concerne i coefficienti che trasformano l’ammontare dei contributi in pensione. Prima si esce come età meno valgono i contributi perché trasformati in pensione con coefficienti penalizzanti.

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