Riforma delle pensioni 2025, a 61 anni per tutti e la flessibilità è garantita

mazzarella
Come è possibile varare la riforma delle pensioni con una specie di opzione donna per tutti e perché è possibile farlo.
anticipare la pensione

Continua a tenere banco e non potrebbe essere altrimenti, la riforma delle pensioni. Perché anche se il clima è tendenzialmente negativo visto ciò che si sente in giro, il sistema previdenziale dovrebbe andare riformato. Troppo ancorato ancora oggi alla riforma Fornero, ecco perché bisognerebbe trovare alternative. Il nostro sistema pensionistico è ormai basato sul calcolo contributivo delle pensioni. Un sistema penalizzante ma che per la riforma potrebbe essere vantaggioso. E adesso vedremo perché proprio grazie al sistema contributivo andare in pensione potrebbe diventare più facile come età, meno favorevole come calcolo, ma con quella flessibilità tanto richiesta.

Riforma delle pensioni 2025, a 61 anni per tutti e la flessibilità è garantita

Cos’è che i lavoratori chiedono a una riforma delle pensioni? La domanda è quella da cui tutto parte perché effettivamente il sistema previdenziale andrebbe riformato perché è necessario introdurre delle misure più vantaggiose come età di uscita rispetto a quelle di oggi collegate, come dicevamo, alla Riforma Fornero. Ma cosa significa tutto ciò? Significa che i lavoratori vorrebbero innanzitutto essere più liberi di poter lasciare il lavoro rispetto ad oggi dato che le misure previdenziali presenti nel sistema sono piuttosto rigide. Serve quindi una maggiore flessibilità oltre che degli strumenti che consentono di andare in pensione prima rispetto alle regole odierne.

Una Opzione Donna per tutti andrebbe bene

Una misura che in passato sembrava fosse quella individuata proprio per dare maggiore flessibilità al sistema previdenziale è una specie di estensione a tutti dei benefici di opzione donna. In altri termini, con obbligo di ricalcolo contributivo della prestazione si potrebbe pensare di introdurre una opzione per tutti nel senso che si dovrebbe garantire l’uscita a partire dai 61 anni di età a qualsiasi lavoratore che raggiunga i 35 anni di contributi versati. Sempre però partendo dall’obbligo di calcolo contributivo della prestazione che quindi verrebbe severamente penalizzata dal punto di vista degli importi.

Lavoratori contenti e tutti a riposo

Una misura che a prescindere da tutto, incontrerebbe sicuramente i favori dei lavoratori. Soprattutto di chi, a prescindere da tutto, vorrebbe finalmente andare in pensione anche a costo di rimetterci qualcosa come assegno. Parliamo di persone che hanno perso il lavoro. Oppure di soggetti che si trovano a non poter più lavorare per questioni fisiche o per questioni lavorative non più sostenibili. L’argomento è di quelli che si possono affrontare anche dal punto di vista della spesa pubblica. Dal momento che se è vero che l’opzione donna continua ad essere rinnovata, significa che una pensione contributiva anche se è nettamente anticipata non ha molte controindicazioni per le casse statali.

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