Riforma pensioni 2024, l’età di uscita dipenderà dal lavoro?

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La riforma pensioni 2024 è in discussioni e anche Pasquale Tridico avanza delle proposte molto interessanti. Vediamo quali sono.
Pensione anticipata a 64 anni

La riforma pensioni 2024 è ancora nella sua fase embrionale ma sembra muovere i suoi primi passi. Le proposte sembrano prendere corpo man mano. Una prevede uno sconto per le donne con figli di 4 mesi per ogni figlio. Anche per quelle che non ricadono nel contributivo puro. E per tutte le misure.

E la possibilità di riscatto dei contributi per studio anche per chi non è arrivato alla Laurea.

Ma una proposta formulata proprio in questi giorni da Pasquale Tridico sembra essere molto interessante. Non puntare solo su chi ha molti anni di contributi ma anche su quelli che hanno carriere lavorativa deboli  e discontinue.

La proposta di Tridico per la riforma pensioni 2024

Il Presidente dell’Inps formula la sua proposta proprio nei giorni più caldi della discussione della riforma. E chi meglio del presidente dell’Inps può capire quelle che potrebbero essere non solo le esigenze dei conti pubblici ma anche dei lavoratori?

Secondo Tridico l’anticipo non deve essere concesso in base ai contributi versati ma al lavoro svolto.  Il discorso, secondo il Presidente dell’INPS, va differenziato non solo tra lavori usuranti e gravosi e quelli che possono essere svolti anche in età più avanzata. Ma anche in base alle carriere forti contro quelle deboli.

Ovvere chi ha avuto una carriera continua e con stipendi adeguati non può essere assolutamente messo a confronto con chi ha avuto carriere discontinue e salari bassi.

Soprattutto per chi oggi ha meno di 50 o 40 anni, le carriere sono caratterizzate da precarietà, discontinuità e soprattutto sono state mal retribuite. E difficilmente si riuscirà a raggiungere non solo i 20 anni di contributi, in queste condizioni, ma anche una pensione dignitosa. Anche questo va messo in conto nella discussione della riforma previdenziale secondo Tridico.

E restare fermi su una quota 41 che taglia, in fondo, la possibilità di pensionamento a moltissimi, lascia fuori una folta platea di lavoratori che non potrà mai raggiungerla.

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