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Se rimando la pensione al 2025 rischio il ricalcolo contributivo?

Se rimando la pensione di un anno rischio il ricalcolo contributivo dell’assegno? Vediamo nell’improbabile ipotesi di un ricalcolo per tutti chi rischia.

Se rimando la pensione di un anno rischio il ricalcolo contributivo? Questa è una delle domande che ci viene posta più spesso dai nostri lettori. I lavoratori in Italia sono spaventati da quello che potrebbe accadere da un anno all’altro in ambito previdenziale e proprio per questo hanno la tendenza ad andare in pensione prima possibile.

Ricordiamo che sono trascorsi solo 12 anni dall’entrata in vigore della Legge Fornero che ha provocato un vero e proprio terremoto nei pensionamenti: da un giorno all’altro chi poteva andare in pensione (e aveva già presentato, magari, le dimissioni) si è trovato senza lavoro e senza la possibilità di andare in pensione per l’aumento dei requisiti di accesso. Ci sono volute numerose salvaguardie per permettere a tutti gli esodati di andare, finalmente in pensione.

Gli italiani non dimenticano facilmente eventi come questi e, poi, c’è da sottolineare che a partire proprio dall’entrata in vigore della legge Fornero hanno iniziato a susseguirsi misure sperimentali, a tempo, a scadenza, sulle quali un anno si poteva contare e l’anno dopo no.

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Rimandare la pensione al 2025 fa rischiare il calcolo contributivo?

Lo spauracchio in questi ultimi anni è il ricalcolo contributivo dell’assegno previdenziale che, per chi ricade nel sistema misto/retributivo, non è affatto conveniente. Da anni si parla di un ricalcolo contributivo dei nuovi assegni previdenziali per risparmiare sulla spesa per le pensioni e la cosa spaventa i lavoratori che sono prossimi alla quiescenza tanto che, anche chi vorrebbe rimandare l’uscita spesso non lo fa per non cadere vittima di quello che sarebbe sicuramente un perverso meccanismo.

Ma la strada intrapresa dall’esecutivo (non solo da questo, ma anche dai precedenti) porta inesorabilmente al calcolo contributivo per tutti. Come è naturale, poi, perchè quando l’ultimo lavoratore che ha contributi versati prima del 1996 sarà andato in pensione, per forza di cose tutti gli altri andranno in pensione con il sistema contributivo (e non si tratterà di un ricalcolo).

Il problema sorge per chi sa di avere diritto al calcolo misto e si vede proporre per l’anticipo il calcolo contributivo, meno conveniente e che in alcuni casi comporta un taglio sull’assegno anche del 30%. Mentre per chi inizia a lavorare nel sistema contributivo non c’è il rimpianto di un calcolo maggiormente conveniente perchè sa fin dal’inizio come sarà calcolata la propria pensione, per chi ricade nel misto accettare un ricalcolo non è molto facile.

Oggi il ricalcolo contributivo è previsto per chi anticipa scegliendo l’opzione donna e la quota 103 (ricordiamo, però che per la quota 100, 102 e per la prima 103 il ricalcolo contributivo non era previsto).

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Pensione anticipata con ricalcolo contributivo

Premettendo che appare assai improbabile, se non proprio impossibile, che si possa intervenire sul calcolo della pensione anticipata ordinaria prevista dalla Legge Fornero, se anche si arrivasse a tanto e si prevedesse che chi utilizza questa misura debba sottostare a un ricalcolo contributivo, questo si applicherebbe solo a chi raggiunge i requisiti di pensionamento a partire dal 1° gennaio 2025.

Per chi ha già cristallizzato il diritto alla pensione raggiungendo i requisiti di accesso (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne) nel 2024, qualsiasi intervento normativo sia previsto nel 2025, compreso un ipotetico e improbabile ricalcolo contributivo, non intacca il diritto raggiunto che riguarda, pertanto, anche il metodo di calcolo dell’assegno previdenziale che resta, per questi lavoratori, quello misto.